Archecromie

" Ricerca degli elementi primari di una architettura delle forme dei dinamismi della luce"
Tra i testi di maggior riferimento si riporta lo scritto di Laura Tansini


"Iridema", 2005
tecnica mista su tela, cm 200 x 100

"Archicromie", 2005
tecnica mista su tavola, cm 30 x 26

"Le Dimensioni dell’Invisibile", 2005
tecnica mista su tela, cm 50 x 50

"Iridema", 2006
tecnica mista su tela, cm 200 x 100

"Discromi", 2006
tecnica mista su tela, cm 70 x 100

"Archetipo Cosmico", 2006
tecnica mista su tela, cm 70 x 100

Archecromie: costruzioni di spazio, luce, colore

L’esperienza del “bello” e quindi dell’arte - che di bello persegue e rappresenta, secondo un vecchio concetto sempre valido-fa “sentire bene” con se stessi e con il mondo perché bello è buono (“kalòs kai agathòs”).
Perdersi in un magnifico paesaggio come in una violenta tempesta, ascoltare musica, contemplare un’opera d’arte sono esperienze talvolta violente ma sempre consolatorie, pause di ristoro e di rigenerazione che ci permettono di allontanarci dai problemi spesso meschini e dalle amarezze che il vivere comporta; esperienze che ci arricchiscono e che ci aprono nuovi orizzonti. L’arte a virtù terapeutiche, a chi la sa intendere regala la magia dell’infinito, del “tutto è possibile” e ci fa partecipi di un mondo di libertà e di bellezza.
Gli Artisti che inseguono - non importa il linguaggio e la materia che utilizzano per esprimersi - il bello hanno il dono di farci condividere un mondo fantastico che la loro intelligenza, diversità, invenzione, sensibilità, generosità, abilità sa creare.
Rosario Tornatore è tra questi.
I dipinti di Tornare sono musica, energia vitale, incanto cromatico; ci catturano e ci conducono attraverso spazi siderali all’origine del movimento, dell’armonia, della luce. Le opere di Tornatore non solo incantano ma rigenerano; donano energia ed entusiasmo, voglia di ricominciare anche quando il nostro spirito è stanco, distratto, svogliato.
Ho avuto il piacere di passare alcune ore con Rosario Tornatore e Clelia a Cerrina, dove vivono immersi nel silenzio e nel verde del Monferrato. Bisognerebbe sempre cercare di conoscere il luogo dove l’artista lavora per poterlo meglio comprendere e condividere la gioia delle sue opere. Gli spazi, i silenzi, la quieta musicalità di quel luogo come la discreta ma per questo non meno forte e positivamente determinante presenza di Clelia ci introducono nel mondo di Rosario Tornatore, un’artista, dalla personalità inquieta, tellurica, impetuosa, determinata, solare, musicale e tempestosa che trova nella pittura la rappresentazione delle sue emozioni. Sono composizioni che ci catturano in vortici di luce, nervature di colore che attraversano come lampi la tela, un accavallarsi di arcobaleni che nell’accostamento improbabile di colori contrastanti non rispettano in alcun modo le regole della rifrazione della luce, eppure … “funzionano”, in una visione nuova dove è l’armonia, le regole della struttura musicale, le pause, i pieni di tutto l’organico orchestrale e i larghi delle voce soliste, i “pianissimo”, i “fortissimo”, i “pizzicato” che dominano la composizione.
Infatti anche quando togliamo la gioia del colore e guardiamo una composizione di Tornatore riprodotta in bianco e nero l’armonia tra vuoti e pieni, tra ombra e luce è perfetta. La valenza musicale tra le opere di Tornatore è molto forte, sono opere da ascoltare. Non per nulla la madre di Tornatore oltre ad essere pittrice lei stessa è musicista e lo stesso Tornatore ha studiato e suona il pianoforte.
Passando da una stanza a un’altra, all’improvviso la musica si fa materia; da dietro una catasta di quadri guizza una scultura in legno naturale, e un’altra in legno dipinto con i “suoi”colori accesi e oltre una in legno policromo; e come se elementi delle sue composizioni avessero abbandonato la tela per misurarsi con lo spazio alla ricerca di una nuova dimensione; sono creature vive che vorremmo accarezzare ma abbiamo timore che a toccarle possano cambiare forma e posizione …
Tornatore è infatti scultore molto sensibile che “sente” molto il rapporto con lo spazio, esperienza coltivata e sviluppata nella collaborazione come scenografo di molti spettacoli importanti.
Nel suo cammino di artista Tornatore ha cambiato molto, da un punto di vista formale; sono cambiamenti non dovuti alla ricerca di un nuovo stile ma che riflettono i diversi momenti della sua vita; nell’opera di Tornatore ogni cambiamento del linguaggio compositivo e pittorico è conseguenza di un diverso stato emozionale, di esperienze felici o drammatiche; una vita ricca di soddisfazioni ma anche di avvenimenti tragici dai quali si è accurato stemperando inquietudine e dolore nella pittura, creando composizioni trasognate, un po’ surreali, spesso costruite con una tavolozza pallida, estenuata o al contrario fosca e inquietante.
Tutt’altra è l’atmosfera che troviamo nella tale energia positiva che anima le opere degli ultimi anni, le “Crosmocromie”. Ma, scaricata l’esuberanza di energia che la vita di Cerrina - così lontana e diversa dalla sua Acireale, amata, sofferta e sempre presente - è il rapporto quotidiano con la natura gli ha regalato, Tornatore poco a poco ha abbandonato la complessa partitura del grande concerto per dipingere le sue sinfonie in maniera meno gestuale, meno istintiva e travolgente, alla ricerca di un’armonia risultano non solo della capacità di rappresentare le emozioni ma anche di riflessione e ricerca. Nascono così le ultime opere di questa mostra dove la felicità cromatica della composizione è guidata e contenuta nell’invenzione di una architettura, di una struttura che si è sostituita al “gesto” che domina il ciclo precedente di dipinti: le “Crosmocromie”.
Il rapporto spazio - luce - colore si è tranquillizzato, raffinato, approfondito; è una sinfonia che si può ascoltare in sottofondo, che non esige di travolgerci a “tutto volume” come le “Crosmocromie”, ma che ci strega e una sottile magia che non poteva accadere prima perché è il risultato di anni di vita, di esperienza, di ricerca, di approfondimento, di fedeltà alla verità e al bello.
Anche la scultura non è più una creatura guizzante e viva ma uno spazio magico - un prisma - che cambia con la luce, che dipana una storia che si rincorre su ogni lato simile ma sempre diverso; come la vita.

Laura Tansini

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